La nascita di una nuova galleria presuppone anche una serie di obbiettivi da raggiungere e una visione unitaria del programma da sviluppare. Link Studio Arte parte dalla considerazione di operare in una città come Bologna che negli anni Ottanta e Novanta ha saputo diventare il centro nazionale di un ritorno alla pittura fatto non solo del recupero delle tecniche pittoriche tradizionali come la pittura ad olio, ma anche della costruzione di un orizzonte di eventi legato all’intersezione tra i linguaggi, al guardare ai media come fonti di nuovi iconismi, alla lettura di una realtà attraverso le immagini in cui far convergere tutta la storia del Novecento.
Pittura, quindi, ma anche il ritorno al colore che nei decenni precedenti era stato punito oltre misura. Quindi la linea che la galleria vuole seguire consiste nel riallacciarsi a esperienze legate alla città in uno dei suoi momenti culturali più intensi e felici. Ma non solo.
Un altro aspetto è il recupero della fotografia non tanto come valore di documentazione del reale o di espressività visionaria quanto come condizione di esprimere una partecipazione al reale. L’idea che la fotografia possa essere strettamente legata allo spazio, soprattutto a quello “spazio umano” che l’architettura sa esprimere da sempre. La fotografia può rivelare il ritmo, i pieni e i vuoti degli edifici o delle città in cui viviamo. È una strumento d’indagine, di analisi, ma anche di aperture poetiche straordinarie che possono dare un valore poetico alle geometrie spaziali.
Ultimo elemento di questa “genetica” di una galleria è la luce: elemento fondante di ogni arte e della fotografia stessa che nel suo nome ricorda sempre da cosa e perché è nata. La luce come possibilità autonoma di esistenza e come condizione che dà un senso al vedere, ma anche all’immaginare quello che c’è oltre l’osservazione dell’esistente.
La nascita di una nuova galleria presuppone anche una serie di obbiettivi da raggiungere e una visione unitaria del programma da sviluppare. Link Studio Arte parte dalla considerazione di operare in una città come Bologna che negli anni Ottanta e Novanta ha saputo diventare il centro nazionale di un ritorno alla pittura fatto non solo del recupero delle tecniche pittoriche tradizionali come la pittura ad olio, ma anche della costruzione di un orizzonte di eventi legato all’intersezione tra i linguaggi, al guardare ai media come fonti di nuovi iconismi, alla lettura di una realtà attraverso le immagini in cui far convergere tutta la storia del Novecento.